CHIESA ALL’APERTO

La chiesa all’aperto rappresenta il primo luogo dove sperimentiamo un mondo a sé, con un linguaggio particolare, che spesso ci spiazza: il maschile/femminile, il singolare/plurale, lo spirituale e il profano, l’italiano e il lituano.

Ad Agape, chiunque noi siamo, con qualsiasi motivazione arriviamo, veniamo subito catapultati nell’incontro con gli altri e le altre. Quando arrivo mi trovo in questa piazza dove incontro la diversità, sia nelle altre persone, sia dentro di me, rispetto alle mie aspettative.

E subito le nostre aspettative / motivazioni sono questionate. Incontro chi ha le stesse mie motivazioni, ma incontro anche chi ha motivazioni così diverse che non so più in che posto sono arrivata.

E subito le mie certezze oscillano.

E subito, in un luogo di per sé aperto, riconosco che ci stiamo tutte e tutti.

E sperimento l’essere singola e l’essere gruppo, il passare da un singolare ad un plurale, e viceversa.

La chiesta all’aperto è dotata di un confine ai lati, che racchiude e protegge chi vi è entrato. L’agape non verrà mai meno è la cornice dentro la quale tutti e tutte sono riconosciute, accolte e accettate.

In altri termini Agape è un luogo che accetta la diversità e la chiesa all’aperto è nella nostra mappa lo spazio che ci permette di sperimentarla.

Una delle sensazioni che Agape lascia a chi la partecipa è che sia un luogo dove si sperimenta la libertà e questa diventa presto una delle più importanti motivazioni per tornare.

Sperimento l’incontro con il totalmente altro da me e questa confusione crea per me la possibilità di essere me stessa, autentica, senza veli. E di offrire all’altra persona lo specchio per la stessa esperienza.

Nel processo formativo, a seguito della motivazione, spesso si parla di spaesamento come terreno per ricostruire. Le teorie sull’apprendimento esaltano la sorpresa come quell’elemento che permette di fare un salto cognitivo. Accade qui che le mie certezze siano messe in discussione e questo crea lo spazio dell’ascolto.

Nella chiesa all’aperto, Agape ci offre la possibilità di confrontarci con la sapienza data dalla pluralità di vite vissute. La libertà che Agape ci dona è poterci confrontare con la sapienza della vita.

Questa sapienza, o esperienza di vita, è quella che è presente in ogni campo, in ogni persona, ed è quella che dobbiamo lasciare che emerga, anzi dobbiamo creare occasioni affinché emerga e produca da sé i suoi frutti.

Dio è un altro soggetto che possiamo incontrare in questa piazza, che può provocare ulteriore disordine, un disordine che cambia il nostro modo di vedere il mondo.

Chi ha pensato e conduce un campo si trova dunque, dopo aver accolto le motivazioni presenti, a costruire dei momenti introduttivi nei quali, a partire dal confronto tra motivazioni ed esperienze, si crei lo spaesamento, il dubbio, la domanda, la curiosità. Nessuna staff può fare una cosa simile con un altro gruppo se non l’ha fatta con se stessa.

La staff nel suo percorso di preparazione del campo, ha offerto a se stessa lo spazio dello spaesamento, dell’incontro con la diversità, dell’ascolto del non consueto?

Dove si affronta il bailamme che si è venuto a creare? Ci spostiamo nelle casette!