Sapevamo entrambe cosa fosse Agape, io (Silvia) più che altro per sentito dire, Micaela invece per aver partecipato, anni addietro, a un week end sulla Bioetica: tuttavia, il primo incontro con la Staff del campo Genitori e Figli/e ci ha colte di sorpresa: la loro curiosità di parlare con una “famiglia arcobaleno”, che proiettava sulla nostra pacifica domenica torinese l’ombra di un impegno lavorativo, si è trasformata in una bella giornata di mutua conoscenza e, a quel punto, scegliere di partecipare al campo estivo Genitori e Figli/e è stata un’ovvia conseguenza!
Così anche la nostra famiglia, fatta da noi due mamme e una “marmotta” di 3 anni, si è unita alle altre famiglie del campo. A vedere gli altri partecipanti, devo dire che sembrava che tutti si conoscessero da una vita, ma abbiamo presto capito che molte di queste relazioni venivano coltivate in quella sola settimana all’anno, di anno in anno … eppure, essere le nuove arrivate non ci ha fatto di certo sentire escluse, men che meno essere famiglia a modo nostro, tanto più che ogni altra famiglia era fatta a modo suo e, a suo modo, speciale.
Sarà che il tema della settimana era la fiaba, ma siamo tornate con la sensazione di una settimana magica, in cui tutti/e ci siamo trasformati/e in narratori, scrittrici, burattinaie e cantori. Di certo non ci si trasforma così da soli: è un lavoro che si fa insieme, tra le famiglie, con la Staff, i/le residenti e i/le ragazzi/e del campo lavoro che scuotono fin le serie mura di Agape: “insieme” potrebbe essere il “salva con nome” di questa esperienza, per usare un termine che ci ha regalato, insieme alla sua amicizia, Francesco del campo Gay.
Sarà che il tema della settimana era la Fiaba, e le fiabe finiscono, anche nelle lacrime versate al termine di quella settimana di rapporti così intensi, che non capitano mica tutte le settimane.
E le fiabe ricominciano: e allora ci si rivede, ancora insieme, al prossimo GEF.
Silvia, Micaela, Cecilia (Torino)