Lettera dal comitato esecutivo

 

Prali, 28/12/2011

Cari amici e care amiche di Agape,
 
l’anno 2011 si è chiuso per Agape con un grandissimo deficit, dovuto innanzitutto al fatto che troppe persone hanno scelto quest’anno di pagare la quota base oltre all’incidenza delle richieste di borse campo (quasi 18.000 Euro in meno rispetto al preventivo, in cui avevamo calcolato le entrate dei campi sulla base della media degli altri anni, a fronte di un numero di presenze quasi invariato, a parte alcune eccezioni) . Ci teniamo a condividere con tutti e tutte voi questa nostra preoccupazione perché veramente riguarda chiunque abbia a cuore il lavoro e la progettualità di Agape.
 
La crisi di cui tanto si parla naturalmente tocca tutti e tutte noi e comincia a mostrare i suoi effetti sui nostri redditi sempre più compromessi da tagli e inflazione: non stupisce, quindi, che tante persone si siano trovate a dover pagare una quota più bassa del solito. Tuttavia, anche Agape incontra le medesime difficoltà, con costi in aumento, finanziamenti che vengono promessi e poi non erogati e doni in calo costante: scriviamo, dunque, questo breve appello per ricordare a vecchi e nuovi amici e amiche di Agape da dove nasce e cosa comporta il sistema delle quote di Agape e l’importanza di condividere la responsabilità ed i costi di un simile progetto, in cui tutti e tutte crediamo e vogliamo continuare a credere.
 
Inoltre, con questa lettera vi comunichiamo anche che, dopo 2 anni in cui abbiamo scelto di mantenere comunque invariati i prezzi, da quest’anno saranno reintrodotti gli aumenti graduali annuali basati sull’indice dell’inflazione.
 
Il sistema delle quote di Agape è da sempre stato differenziato per cercare di permettere a chiunque, indipendentemente dalla propria situazione economica, di partecipare alle sue attività e allo stesso tempo di conservare in efficienza una struttura che ha ormai quasi 60 anni, mantenendo viva la progettualità di questo centro.
 
Nel 2010 abbiamo snellito il sistema delle 7 quote e le abbiamo ridotte a 4, ma soprattutto abbiamo pensato di capovolgere il sistema, passando da un criterio per cui si sceglieva la quota sulla base delle proprie possibilità (con indicazioni del reddito di riferimento), ad un sistema in cui viene esplicitato cosa viene coperto dal pagamento di ciascuna quota e chiediamo a voi di considerare quanto siete disposti a contribuire a questo progetto, eventualmente anche con un minimo di sacrificio. Le quote dei campi, infatti, non sono semplicemente un corrispettivo per i servizi resi, ma il fondamentale sistema di autofinanziamento di una struttura che si basa prima di tutto sulla partecipazione.
Il costo medio di un giorno ad Agape corrisponde ormai a circa 37 Euro a testa. Questa cifra, che corrisponde alla quota base del campo, copre unicamente i costi vivi di soggiorno, ma nessuna delle ulteriori spese (materiali, rimborsi viaggi di relatori, staff, ecc.). Questo significa che se tutti pagassero la quota base non riusciremmo a coprire gli altri costi necessari alla preparazione di un campo, oltre a non contribuire in nessuna maniera al progetto complessivo di Agape.
 
La quota ordinaria, invece, considera anche i costi complessivi di gestione di un campo e dunque, senza lasciare altri margini, copre il costo il costo effettivo di partecipazione.
 
Segue poi la cosiddetta quota sostenitora, che è quella che ci aiuta ad integrare le quote base e contribuisce al fondo “borse campo”, in modo che ogni campo si possa di fatto mantenere da solo, con la solidarietà reciproca. Se venisse meno questa solidarietà Agape potrà integrare le quote base per un certo tempo, ma per quanti anni potrà sostenere un deficit come quello di quest’anno, se dovesse trasformarsi in deficit strutturale dell’attività del centro?
 
La quota entusiasta infine, come dice il nome stesso, invita, chi nel progetto di Agape crede fino in fondo, e ritiene di averne la possibilità, a sostenere anche la progettualità complessiva di un centro che ha sempre vissuto del volontariato e del contributo libero di chi partecipa alla sua vita.
Siamo certamente consapevoli che, malgrado la buona volontà, tuttavia vi sono situazioni in cui non si è davvero in grado di pagare neanche la quota quota base e vorremmo poter continuare a mantenere un fondo per le borse campo (parziali o totali, ovvero anche in questo caso vi invitiamo a considerare la possibilità di collaborare almeno in parte), ma possiamo farlo solo tutti e tutte insieme.
 
Con questo appello non vi chiediamo una donazione speciale di fine anno per sanare il deficit di Agape, perché siamo convinti che rialzando l’anno prossimo il livello delle entrate dalle quote campo riusciremo a rientrare dal deficit che si è verificato quest’anno in una situazione complessiva del centro tutto sommato sana. Ciò che vi chiediamo è di considerare con attenzione la vostra partecipazione al progetto Agape nel momento in cui sceglierete la quota da pagare al prossimo campo. Ovviamente, senza far sentire in colpa nessuno: assolutamente non vogliamo che qualcuno/a rinunci a partecipare a qualche campo perché non in grado di contribuire maggiormente. Agape deve continuare a rimanere un luogo in cui ci si sente accolti/e indipendentemente dalle proprie possibilità economiche e siamo certi e certe che insieme continueremo a farcela.
 
Grazie a tutti e tutte voi e un cordiale saluto da parte del Comitato Esecutivo di Agape
 
(Caterina Dupré, Barbara Grill, Giovanna Ribet, Giovanna Rostagno, Andrea Sbaffi, Jacopo Vaggelli, Stefano Vinti)